mercoledì 17 giugno 2009

VERGOGNA!!!

Una giornata tipo. Il solito caldo asfissiante nelle città. Il tran tran quotidiano delle persone che vanno a lavoro. Poco importa se accanto a scene di ordinaria abitudine, a Napoli, la camorra spara in mezzo alle strade uccidendo un ragazzo e se, a Roma, sfilano un migliaio di terremotati che protestano, senza alcun colore “politico”, per la mancanza di aiuti concreti per la ricostruzione dell'Abruzzo.

Cosa accomuna due eventi così distanti e allo stesso tempo drammatici? L'indifferenza. Totale. I giornali e i telegiornali – soprattutto il Tg1 – trattano l'argomento con distacco dandogli poca importanza. La notizia è Berlusconi da Obama, gli abbracci e i saluti. L'altra notizia è screditare sia “la Repubblica”, sia la rabbia dei magistrati davanti alla legge sulle intercettazioni che elimina uno strumento fondamentale per la lotta contro la criminalità come lo dimostrano i recenti arresti dei fiancheggiatori del boss mafioso Matteo Messina Denaro.

La situazione non cambia se il ragazzo ucciso e non soccorso da nessuno era rom. Poteva essere svizzero, italiano, albanese. Non cambia se tra gli abruzzesi che erano al sit-in davanti al Parlamento ci fossero anche persone anziane che ora non hanno più nulla e dormono ancora in tenda. 

Cambia tutto se si ha il fegato di guardare queste due tragedie con gli occhi del signore con la camicia rosa che continua a cercare di obliterare il biglietto della metropolitana, infastidito degli schiamazzi da un lato e delle richieste di aiuto del ragazzo ferito a morte e della sua compagna in preda al panico. E la stessa cosa è valida se si leggono le pagine de “Il Giornale” - di proprietà Berlusconi – che definisce 4 gatti le persone che protestano a Montecitorio.

Sembra davvero che la parola d'ordine sia “chissenefrega”. La crisi non c'è, in Abruzzo stanno tutti bene e vivono in villa come il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente – articolo di prima pagina sempre de Il Giornale ndr -, Obama ama Berlusconi perché senza il suo apporto non saprebbe dove piazzare 3 detenuti di Guantanamo, il Pd vive di soli conflitti interni e le intercettazioni servono solo a scoprire tradimenti tra mogli e mariti.

La speranza è che ci si svegli da questo lungo torpore che confonde la vista e l'udito di molti italiani. Che non si legga che la sparatoria napoletana sia la conseguenza della mala-amministrazione del centrosinistra a Napoli. Che non si legga, poi, che a L'Aquila le case saranno pronte già da domani perché oggi, stranamente, Berlusconi di ritorno a Washington farà una visita nel capoluogo abruzzese. 

"Per le popolazioni de L'Aquila e dell'Abruzzo sono stati presi impegni precisi in gran parte disattesi nel provvedimento legislativo in discussione alla Camera''. Per il segretario del Pd,Dario Franceschini, sono le promesse mancate la ragione che ha portato alcuni sindaci e abitanti delle aree colpite dal terremoto a promuovere un sit-in di protesta davanti a Montecitorio. Secondo Franceschini non è pensabile che si possa calare una cappa di silenzio sulla loro voce e sulle loro aspettative: "Di sicuro non è corretto. E il nostro dovere è controllare che gli impegni vengano rispettati". Il problema, a giudizio di Franceschini, è che l'attenzione che c'era per il terremoto “prima delle elezioni ora non c'è più. Il governo ascolti la voce degli abitanti e di sindaci dell'Abruzzo che vivono sulla loro pelle le conseguenze del terremoto". 

Rosy Bindi, vicepresidente della Camera, ha partecipato al sit-in e espresso la propria solidarietà ai manifestanti: "Non sono più venuta in Abruzzo perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. E' finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro dell'Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge".

“Il governo Berlusconi tratta le migliaia di cittadini terremotati come sudditi a cui elargire delle graziose concessioni. Ricevere quanto necessario per ricostruire le proprie case è invece un diritto". Lo ha dichiarato il senatore Roberto Della Seta, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, a margine del sit-in di promosso dai Comitati dei cittadini abruzzesi per la ricostruzione che chiedono al Governo certezze sulla ricostruzione. 
“Il decreto legge in discussione al Senato – ha continuato Della Seta - sebbene sia stato migliorato in alcuni punti col contributo fondamentale del Pd, rimane costellato di buchi neri e voragini, non prevedendo risorse certe e definite. Il governo Berlusconi ha promesso molto ma si rifiuta di inserire nel decreto impegni vincolanti. Per ricostruire le case, comprese quelle dei non residenti, per far ripartire le piccole e medie imprese, per sostenere il turismo, ci vogliono soldi veri e da subito”. 
“Non è accettabile inoltre che il governo estrometta i comuni, per tutto il periodo della ricostruzione, dalle scelte che riguardano il futuro dell’Aquila e degli altri comuni terremotati: passata la prima fase dell’emergenza la ricostruzione deve essere gestita dalle istituzioni territoriali democraticamente elette”. 

Al posto delle intercettazioni si metta invece definitivamente al bando l'indifferenza, l'ipocrisia e le strumentalizzazioni. Che le promesse diventino realtà e che finiscano le passerelle a L'Aquila. Ma da domani, oggi c'è quella del premier.

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